1. inizia a scomparire, certo che no! (il significato logico del verbo esclude una "progressività" espressa in questo modo; bisognerà dunque trovare un sinonimo compatibile col verbo fraseologico iniziare ( a rarefarsi, per es.), o cercare altre soluzioni, compresa la rinuncia al verbo fraseologico.
Da qui in avanti, solo superfluo/palloso.
2. scomparire – come gli altri composti di *- parire (lat. parere, passato in it. alla coniugazione in –ire) oggi viene coniugato così al presente indicativo: io scompaio, tu scompari, egli scompare, noi scompariamo, voi scomparite, essi scompaiono;
3. le forme con l’infisso incoativo –isc- non sono più nell’uso (disusate: io scomparisco /apparisco/ comparisco /ricomparisco /trasparisco, tu scomparisci, egli scomparisce, essi scompariscono);
4. solo sparire mantiene l’affisso incoativo: io sparisco, tu sparisci, egli sparisce, essi spariscono;
5. in realtà l’affisso incoativo in italiano è il tentativo di uniformare la pronuncia rizoatona in tutta la coniugazione del presente indicativo: io finìsco, tu finìsci, egli finìsce, noi finiamo, voi finìte, essi finìscono (il lat. ha ego fìnio, tu fìnis, ille fìnit ... illi fìniunt – tutte forme rizotoniche, ma in it. sarebbe stato problematico dire io finio, tu fini, egli fine ...io ambio (ambire), io marcio (marcire), io subio (subire) – anche se non mancano forme regolari rizotoniche: io sento, e forme miste con significato diverso: io riparto ≠ io ripartisco (frazionare).
6. tutto ciò non è certo incoraggiante per chi è abituato alla regolarità della coniugazione tedesca, ma non era facile per le lingue romanze riordinare un lascito così complesso dopo la dissoluzione/trasformazione del latino.