Vernuftigkeitssehnsucht.
Difficile stabilire un criterio generale per orientarsi nella scelta della preposizione giusta nell’uso delle completive italiane implicite (Infinitivsätze). Tuttavia qualcosa si può tentare. Le infinitive sono equiparabili a un complemento (si chiamano completive appunto per questo). Diventa dunque importante comprendere la natura logica del loro complemento. In “Mario decise di partire per Roma”, “partire per Roma” è l’oggetto accusativo dell’infinitiva complemento (come mostra anche la sua risoluzione sostantivale in Mario decise la partenza per Roma). Orbene, “di” introduce tutte le infinitive – e in italiano non sono poche! - che hanno questo valore accusativo: Mario tralasciò di aggiungere nuovi dettagli (... l’aggiunta di nuovi dettagli); Mario ordinò di costruire un’altra stanza (... la costruzione di un’altra stanza); Mario chiese all’amico di prestargli la moto (... il prestito della moto); Mario finì di leggere il libro (... la lettura del libro); Mario evitò di incontrare l’amico (...l’incontro con l’amico). Come mostrano gli esempi, in questi casi l’infinitiva dipende da una principale, il cui verbo è transitivo ed esprime una generica volizione del soggetto, o una sua disposizione o intenzione. Non sempre è possibile risolvere l’infinitiva nel suo sostantivo o in un altro equivalente; tuttavia questo non pregiudica il valore accusativo dell’infinitiva: Mario dice di essere ammalato non è sostituibile con Mario dice la sua malattia; non di meno proprio questa “impossibile sostituzione” fa capire il reale valore accusativo della completiva. Analogamente, nella frase credo di aver capito, "aver capito" - quale che sia la sua eventuale resa nominale - è l'oggetto (accusativo) del mio credere; sicché l'infinitiva implicita col "di" rispetta appieno la norma (l'infinitiva implicita italiana rimanda ovviamente all'infinitiva oggettiva del latino:scio me asinum germanum fuisse/so di essere stato un vero asino, dove appunto l'accusativo chiarisce già in declinazione il valore accusativo della frase).
Quattro osservazioni:1) richiedono il “di” per la formazione delle infinitive, anche i verbi che in frase semplice reggono tale preposizione: Mario si fida di Giovanni: Mario si fida di confessare il segreto a Giovanni; Mario gode di buona salute: Mario gode di sapere l’amico in buona salute; Mario si pente della sua azione: Mario si pente di aver commesso un’indiscrezione ... 2) si è discorso qui del di+infinito solo in funzione di oggetto; 3) per le infinitive rette da a, da ... valgono altre, ma non molto dissimili, considerazioni; 4) chiedo scusa a Sirio per il grassetto.