Commento | Per prima cosa auguro buon proseguimento delle feste a tutti. Non mangiate troppo, ve ne pentirete dopo (one moment on your lips, forever on your hips) :D
@Chisacosa Ecco un elenco per l'uso del congiuntivo. Non ha la pretesa di essere completo, né del tutto corretto, ma a me ha aiutato.
LINGUISTICA ITALIANA INDICATIVO E CONGIUNTIVO
Si sostiene sempre più spesso che l’italiano soffre di ‘congiuntivite’, e cioè che il congiuntivo sta per essere sostituito dall'indicativo. Innanzitutto, dobbiamo vedere in quali casi il congiuntivo è sostituibile con l'indicativo. Abbiamo casi diversi.
1. Congiuntivo nelle proposizioni reggent
1.1. Con le forme di cortesia: Se ne vada! 1.2. In espressioni di desiderio, speranza, comando: possiate avere tutto il successo che meritate; Dio vi benedica; che non si ripeta! 1.3. In esclamazioni: vedessi che lusso! 1.4. In espressioni di dubbio: che sia finito? 1.5. In espressioni con valore concessivo: vada per la pizza; va bene, che venga anche lui
2. Congiuntivo nelle proposizioni dipendenti: uso obbligatorio
2.1. Dopo le seguenti congiunzioni: affinché; benché, sebbene, quantunque; purché, a condizione che, a patto che; a meno che; qualora, per il caso che; prima che; senza che; che (in che io sappia) 2.2. Dopo espressioni impersonali come: è bene / è meglio che; bisogna che; conviene che; è facile / è difficile che; è necessario che; è probabile / è improbabile che; può darsi che, può essere che; è raro che; è utile / inutile che; vale la pena che. 2.3. Dopo verbi che esprimono desiderio, speranza, permesso, ordine, interdizione: augurarsi, lasciare, permettere, sperare, volere 2.4. Con aggettivi e pronomi indefiniti: qualunque cosa succeda non preoccuparti; chiunque sia, non voglio vederlo. 2.5. In proposizioni giustapposte alla reggente, come: lo faremo costi quel che costi.
3. Congiuntivo nelle proposizioni dipendenti: uso facoltativo
3.1. Nel periodo ipotetico dell'irrealtà: se tu l'avessi fatto, sarebbe stato meglio / se lo facevi, era meglio. 3.2. Dopo espressioni impersonali come: è bello / è brutto che; è naturale che; è peccato che; è strano che; dispiace che: è bello che tu stia con noi / è bello che tu stai con noi. 3.3. Dopo verbi che esprimono opinioni: credere che, parere che, sembrare che: credo che tu abbia ragione / credo che tu hai ragione. 3.4. Dopo verbi di dire e sapere, nelle forme negative e interrogative: (non) dire che, (non) sapere se, o dopo verbi di richiesta: chiedere / domandare se: non dico che lui abbia torto / non dico che lui ha torto; sai se sia vero? / sai se è vero?; gli ho chiesto se fosse passato Gianni / gli ho chiesto se è passato Gianni. 3.5. Dopo verbi che indicano piacere, dispiacere, ira, rammarico, timore, sorpresa: essere arrabbiato, aver paura, esser contento / scontento, essere felice / infelice, rammaricarsi, rincrescere, essere sorpreso, essere stupito, stupirsi: sono contento che tu venga presto / sono contento che vieni presto.3.6. In espressioni comparative, superlative, indefinite: è più grande di quanto mi aspettassi / è più grande di quanto mi aspettavo; Ugo è l'unico che sia venuto / Ugo è l'unico che è venuto. 3.7. In proposizioni introdotte da che anteposte alla reggente: che tu sia forte, lo so / che sei forte, lo so. 3.8. Nelle interrogative indirette: ho chiesto chi fosse / ho chiesto chi era.
4. Congiuntivo nelle proposizioni dipendenti: casi nei quali l'uso del congiuntivo dà alla frase un valore semantico diverso da quello che alla stessa frase dà l'uso dell'indicativo
4.1. Dopo alcuni verbi che esprimono opinioni: si capisce che siano arrabbiati (è comprensibile che lo siano) / si capisce che sono arrabbiati (è evidente che lo sono). 4.2. Dopo espressioni subordinanti come in: aspetta che venga (aspetta fino a che viene) / aspetta che viene (aspetta: sta venendo); fermati finché sia bello (fermati fino a quando non viene bello) / fermati finché è bello (fermati mentre è bello); mi ha aiutato perché avessi un bel voto (affinché) / mi ha aiutato perché avevo un bel voto (poiché) /. 4.3. In proposizioni relative: cerco una ragazza che sappia il cinese (se c'è: non ho in mente nessuno in particolare) / cerco una ragazza che sa il cinese (oltre al valore della frase precedente, può significare: cerco una ragazza specifica, quella che sa il cinese)
(da A.L. Lepschy / G. Lepschy, La lingua italiana. Storia, varietà dell'uso, grammatica, Milano, Bompiani, 1981, pp. 202-206, con qualche modifica)
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