http://www.treccani.it/vocabolario/orecchio/[...] Per quanto riguarda l’alternanza nell’uso delle forme orecchio e orecchia, v. orecchia; rimane perciò sottinteso che, nella maggior parte dei sign., degli usi e delle locuz. che seguono, in senso proprio e fig., può essere, o si sente, adoperato anche il femm. orecchia, tranne che nel linguaggio più propriam. anatomico, dove la forma orecchio è senz’altro prevalente.
http://www.treccani.it/vocabolario/orecchia/Lo stesso che orecchio, l’organo dell’udito; è forma meno usata nel linguaggio com. e scient., ma viva nell’uso region. e ben documentata nei testi: come viene ad orecchia Dolce armonia da organo (Dante); Amor par ch’a l’orecchie mi favelle (Petrarca); si ricordò lei dovere avere una margine a guisa d’una crocetta sovra l’orecchia sinistra (Boccaccio); n’ha piena ogni orecchia (Ariosto); sono pericoli ... che all’orecchie purissime della reverenda madre devon essere appena accennati (Manzoni). Nel plur., l’oscillazione tra il masch. e il femm. è anche maggiore, più letter. il primo, più pop. il secondo, mentre è distinzione artificiosa quella fatta talvolta tra l’uso di orecchio con riferimento all’uomo e orecchia con riferimento ad animali. In alcune frasi, è preferita ora l’una ora l’altra delle due forme: avere le o. lunghe, le o. d’asino, più spesso che orecchi; mentre non si direbbe altrimenti che avere orecchio (musicale), suonare a orecchio, e sim. [...]